FATTA L' ITALIA ORA BISOGNA FARE GLI ITALIANI

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E' incredibile come questa frase, detta da Massimo D'Azeglio oltre un secolo fa, sia tutt'ora tremendamente attuale.

Leggo con rammarico che ci sono ancora persone che fanno distinzioni tra docenti del nord, del centro e del sud, favorendo solo alcuni partiti che, intelligentemente, spaccano l'elettorato per assicurarsi voti e quindi sedie.

Che tristezza !
quesito posto il 11 Maggio 2011 da mcp (68,560 punti)

1 Risposta

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Sono d'accordo. Sfortunatamente accade questo: la politicizzazione della scuola e ahimé, anche l'autonomia scolastica, hanno portato a una cattiva gestione delle risorse finanziare nel nostro paese per quanto riguarda i singoli istituti. Stiamo parlando di una scuola azienda per cui, un istituuto se non boccia e mette voti alti a tutti acquista utenze, si fa una buona pubblicità e non rischia di perdere classi o chiudere. Così facendo ottiene fondi per i progetti, ottiene alunni e così via...il tutto ruota sempre attorno al dio denaro. In certe regioni d'Italia la disoccupazione e la povertà la fanno da padrone e il tutto incentiva una simile politica. Le recenti prove Invalsi lo hanno dimostrato: hanno dimostrato la 'cattiva valutazione' che avviene in alcune regioni i cui voti sembrano gonfiati, e in altre in cui si mantiene un certo rigore e obiettività. Io non voglio parlare male di questi territori in cui vige spesso il non bocciare a tutti i costi e il rigonfiamento dei voti, anche perché io stesso faccio parte di quelle regioni e spesso per la mia formazione deontologica e professionale (estranea a questo tipo di politica) mi sono trovato 'spaesato' dovendo stranamente far la parte di quello che va in controtendenza. Ma purtroppo è un circolo vizioso, dettato dalla povertà dei fondi, dalla disoccupazione, dalle famiglie e sopratutto dall'incentivazione di una simile politica: la scuola sta diventando sempre più un 'affare privato', non pubblico. Il rigore che trovo in certe scuole per quanto riguarda i voti, non è più quello dei nostri tempi. Non si forma al sacrificio, alla durezza, alla continuità nello studio. Se non ci fossero determinate divisioni politiche ed economiche, e se ci fossero meno scuole-aziende, meno mercificazione della cultura e una maggiore coscienza pubblica la scuola sarebbe unita come lo dovrebbe essere, oltre che sulla carta, la nostra Italia.
risposta inviata il 11 Maggio 2011 da criccroc (320 punti)